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Il luogo del cuore
Ciascuno di noi ha nel
cuore un luogo a cui è particolarmente legato. Sarà per i ricordi che gli procura,
per le emozioni che gli evoca, per la gioia che gli dona se vi ritorna. Per me questo
luogo è la Sila. Fin da bambino ammirarla dominare il paesaggio del mio paese mi
dava un non so che di rassicurante
I suoi boschi promettevano frescura nelle calde giornate estive, e le sue quinte
innevate erano garanzia di freddo nelle giornate d’inverno. La Sila è stato per
me il luogo dove la passione per la montagna è sbocciata. E’ stato come un richiamo,
ed io ho risposto alla sua voce. Ho iniziato a scoprirla in bicicletta, e poi ho
percorso i suoi boschi a piedi, scoprendo luoghi remoti e carichi del fascino autentico
della natura. “Sorpresa”, questa è la sensazione che verrà alla mente di chi, per
la prima volta, visiterà la Sila.
E’ difficile immaginare che nel cuore de Mediterraneo
vi possa essere un massiccio montuoso con tali caratteristiche. Ancora oggi dopo
secoli di sfruttamento delle sue immense risorse boschive, la Sila mantiene inalterato
un grande fascino e un’austera bellezza. Furono i greci ed i romani a dare il via alla penetrazione
nelle foreste silane dalle quali ricavavano il legname per l’allestimento delle
flotte. Il signore di queste foreste è il pino laricio, conifera alta ed elegante,
dal fusto completamente dritto che può raggiungere i 45 mt di altezza. Le foreste
che si possono ammirare, con le loro atmosfere surreali, sembrano riportare indietro
nel tempo, quando la natura dominava sovrana sull’uomo, e inducono il visitatore
a pensare che la Sila sia veramente uno dei pochi luoghi dove sia ancora possibile
ascoltare il silenzio.
Tali foreste non avrebbero lo stesso fascino, nè susciterebbero nel visitatore lo
stesso interesse se questi non sapesse di potervi trovare degli animali impegnati
nella propria quotidiana lotta per la sopravvivenza. L’animale che più di ogni altro
simboleggia la natura della Sila, tanto da essere sull’effige del Parco Nazionale,
che oggi protegge il territorio, è il lupo. Il nobile canide ha trovato in queste
remote foreste un riparo sicuro, e ne ha fatto una delle sue roccaforti storiche,
facendo registrare la propria presenza anche quando, altrove, prima delle leggi
che ne sancivano la protezione, era ormai scomparso. D’inverno quando la neve ricopre
ogni cosa è facile notare, tra le molte tracce presenti, quelle inconfondibili del
lupo, il vero signore di questi luoghi. La Sila di oggi non è più quella “magna
silva” che si guadagnò il rispetto dei romani, intimoriti dalla sua impenetrabile
vastità. Malgrado ciò, chi ama la montagna sa che le sensazioni che si provano,
assorti nel silenzio dei boschi, dolcemente interrotto dal fruscio degli alberi
baciati dal vento, riempiono l’animo di particolari suggestioni. Queste emozioni
saranno il regalo più prezioso che la Sila vi saprà donare.
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